Dello stesso autore

La grande casa blu

Uscire da se stessi

“Le formule tradizionali della Cabbalà ebraica per esortare a studiare in maniera spirituale _ “esci e studia” (tze ulmad) o “vieni e vedi” – si rivelano qui molto pertinenti. Mostrano che è necessario un movimento del soggetto, un uscire da se stessi, dalle proprie abitudini e dalle proprie idee consolidate  su un passo studiato, così come è necessaria una certa violenza inflitta alla tranquillità e alla pigrizia, per scoprire in un Libro altre cose altre cose oltre a un senso irrigidito in dei segni scritti. ”

tratto da: “Leggere la Torà”, Catherine Chalier, ed. Giuntina

Germinano in me

Germinano in me nella luce solare dell’anima
I frutti maturi del pensare,
In sicurezza della coscienza del sé Si trasforma ogni sentire.
Posso percepire pieno di gioia Il destarsi spirituale dell’autunno:
L’inverno sveglierà in me
L’estate dell’anima.

tratto da: “CALENDARIO ANTROPOSOFICO DELL’ANIMA “, RUDOLF STEINER, ed. Il capitello del sole

La leggerezza, un seme di tiglio

Roberto Visani in mostra a GIARDINITY,  villa Pisani Bolognesi Scalabrin, via Roma n°25, Vescovana (Pd)

Semi contemplativi

I semi contemplativi di Roberto Visani, in mostra a GIARDINITY,  villa Piasani Bolognesi Scalabrin, via Roma n°25, Vescovana (Pd)

“Roberto Visani, è un giovane scultore che da tempo ha eletto a sua primaria fonte d’ispirazione l’oggetto naturale; strumento e soggetto della sua ricerca è l’elemento originario per eccellenza, il seme, sul quale egli esercita caparbiamente una ricerca incentrata sulla forma essenziale, non manipolata, bella, di una bellezza che non ha bisogno dell’intervento umano per mostrarsi in tutta la sua perfezione.
Il lavoro dall’artista non interferisce con il paesaggio, non lo segna in modo più o meno indelebile, ma diviene oggetto a sé stante, capace però al contempo, di mimetizzarsi e nascondersi in esso, cercando un accordo affinché ci possa essere coabitazione tra ciò che preesisteva e ciò che viene prodotto ed inserito. Le sculture realizzate da Visani hanno infatti questa particolare duttilità: risultano di forte impatto sia collocate su un piedistallo sia posizionate nell’ambiente naturale. Ciò è possibile grazie alla loro conformazione, alle linee elementari di cui sono costituite, al senso di purezza estrema che emanano.
Egli agisce attraverso la natura senza tentare di rappresentarla , ma servendosi di essa per la creazione di forme originali ed originarie. Esiste una similitudine particolarmente rappresentativa, ed utilizzata in passato per far comprendere che anche l’arte astratta può derivare dalla realtà che ci circonda: il seme piantato nella terra cresce generando prima un albero e poi i frutti, ma né l’albero né i frutti somigliano a ciò che li ha generati. Allo stesso modo l’artista trae ispirazione dalla realtà, che rappresenta la terra fertile, producendo forme ed immagini che non necessariamente somigliano a ciò di cui i suoi occhi si sono nutriti.
L’osservazione del seme permette di accrescerne la conoscenza delle linee e dei volumi intimamente scrutati e riprodotti, in scala variabile, spesso con materiali nobili; marmo e bronzo sostituiscono con le loro superfici lisce e riflettenti la porosità o la pelle originaria dell’oggetto. Elevano ciò che tutti tendiamo a tralasciare nella quotidianità e che torna, nelle opere di Roberto, impreziosito da una veste nuova. Il compito dell’artista è allora quello di creare forme naturali ma durevoli, dotate di un’aspettativa di vita estremamente diversa da quelle che egli estrapola dalla natura; semi nati per trasformarsi ed essere inghiottiti nel ciclo naturale della vita, riproposti come gioielli preziosi ed eterni”.
Cinzia Zanetti

vedi su www.robertovisani.it

Malva in autunno

Perfect Day

Solo un giorno perfetto
Mi hai fatto dimenticare me stesso
Pensavo di essere qualcun altro,
qualcuno valido

Oh, è talmente un giorno perfetto
Sono contento di averlo passato con te
Oh, è talmente un giorno perfetto
Tu mi fai resistere e andare avanti
Tu mi fai resistere

Raccoglierai ciò che hai seminato

Malinconia autunnale

foto di Enrico

Rugiada mattutina

Arcangelo Gabriele

Il significato dell’energia dell’arcangelo Gabriele è “Dio è la mia forza”. Questa energia ti porta a ricontattare così la tua origine e a manifestarla.

Carlo Dolci, Arcangelo Gabriele, Louvre

è tempo che tu riconnetta a te il tuo centro

Invocazione al raggio bianco dell’arcangelo Gabriele

“Io sono Gabriele, è tempo che tu riconnetta a te il tuo centro, la tua origine e per fare questo è necessario ricreare quel collegamento tra il tuo cielo, che ti ha generato, e la tua terra, che ti rende manifesto. Per questo la tua energia si lega alla mia riportando in luce tutti quegli aspetti che stai tralasciando e che hai dimenticato di possedere. La tua vera manifestazione è completa solo se la porti fuori da te e la realizzi nella concretezza della materia. Ciò che sei giunto a fare si può così realizzare e per farlo è necessario che tu possa ricordare ciò che ami essere e che ami fare perché solo così ti puoi collegare con il tuo spirito, con il tuo cielo. La piena realizzazione di te ha così compimento. Ti aiuto e ti accompagno perciò nel rendere viva la tua vita.

tratto da: “Gli Angeli parlano a colori”, Elisa Munari, Anima Edizioni, 2017

Eden

“In ebraico Eden significa “piacere” o “delizia”, la condizione che ci spettava di diritto all’origine della vita.”

tratto da: “Crux Christi Serpenti. Sulle tracce dei più intimi segreti delle sacre scritture”, di Claudio Marucchi, Atanor edizioni 2012, pg.63

L’eterea materia del proprio sentire 

” Se occultare la Verità è come mentire, è chiaro che ci hanno spudoratamente mentito. Se ciò è stato fatto per proteggere la Verità, allora il risultato è talmente perfetto che nessuno sa più dove cercare, o forse non sa più nemmeno  che c’è qualcosa da cercare. Se dimenticare è grave, peggio è dimenticare di aver dimenticato. All’origine del sorgere dei sistemi dottrinali noti come religioni, metodi di strutturazione dell’inconoscibile, pulsa intatta nella sua radicale enigmaticità un’istanza mai del tutto taciuta all’interno della coscienza: l’idea di Assoluto o di Infinito, personificata in una coscienza superiore, Dio. Oltre due millenni di storia della filosofia non sono bastati a chiudere i conti definitivamente con i sistemi eretti sulla spinta di tale istanza. La scienza non ha ancora apportato sufficienti  conferme o smentite al regno dello spirito, né sappiamo se sarà mai in grado di farlo. Il presunto fallimento della metafisica (almeno nel porsi come forma valida di conoscenza del sovrasensibile) è prevalentemente di natura metodologica,  ma non intacca la necessità di stabilire un contatto con l’Assoluto. La metafisica ha preteso di applicare il metodo della scienza all’oggetto delle religioni, e nella sua proposta non è riuscita a liberarsi di un’ambiguità irrisolvibile: il pensiero irrazionale, la logica, l’intelletto e il metodo analitico non sono strumenti appropriati per indagare l’invisibile, l’Assoluto, Dio. Il rapporto con i concetti così straordinariamente elevati e profondi si presenta come sentimento , come amore. Il problema di saper rendere condivisibili le più intime sensazioni è innanzi tutto un problema di linguaggio. Il pensiero analogico è più immediato del pensiero analitico, il linguaggio simbolico è più adatto del linguaggio verbale, per trattare con l’eterea materia del proprio sentire, per tradurre ciò che nessuna parola saprebbe descrivere. L’aspirazione all’Assoluto non può essere soddisfatta o esaurita dal pensiero teorico o verbale, non trova pieno diritto di cittadinanza nell’intelletto, deve invece legare il cuore al cervello e ai genitali per sentirsi anche solo minimamente rappresentata. Dove è finito il dio percepito anticamente nell’intimo dei nostri cuori? Nel tentativo di trovarlo, di spiegarlo, di condividerlo, lo abbiamo costretto a un  esilio forzato, spingendolo sempre più in lato, distante, fuori dalla nostra portata, sulle vette di edifici costruiti di pure astrazioni. Il Dio che era in noi, che era noi,  è diventato così “altro” da farsi irraggiungibile. Il passaggio dall’immanenza alla trascendenza  e la divisione tra corpo e spirito hanno contribuito in maniera determinante a scavare l’incolmabile fossato che oggi separa Dio dall’Uomo.  Dio è divenuto l‘estraneo per eccellenza, ed è decaduta la fiducia nella possibilità di realizzarlo.”

tratto da: “Crux Christi Serpenti. Sulle tracce dei più intimi segreti delle sacre scritture”, di Claudio Marucchi, Atanor edizioni 2012, pg.7-8

Ludovico Einaudi – THE ROYAL ALBERT HALL CONCERT ( 2010 )

Bereshìt

La prima lettera della parola bereshìt è bet, בche pronunciata bait, significa casa, dimora, sede stabile compresa tra cielo e terra. La lettera è composta di tre linee: due parallele e una terza verticale che le collega. La linea in alto è il limite che l’uomo deve porre all’attività della mente, per non perdersi in fantasticherie inutili, la linea verso il basso è una barriera contro l’eccesso di materialità che porta all’abbrutimento e alla corruzione. La linea verticale di collegamento è il giusto distacco che si deve avere verso il passato: la memoria è un valore da tramandare, ma se il passato diventa ossessione da cui non ci si riesce, o peggio, non ci si vuole liberare, si trasforma in palude spirituale. Ecco dunque la “casa” dell’uomo, bene isolata dagli eccessi e aperta verso il futuro, cioè nel verso della scrittura, a sinistra.

 

tratto da:http://yaronapinhas.com/index.php?option=com

Bereshit

1: 1 Prima lettura 
All’inizio Dio creò il cielo e la terra . 
Bereshit bara Elohim e hashamayim ve’et ha’arets.
1: 2 La terra era priva di forma e vuota, con oscurità sulla faccia delle profondità, ma lo spirito di Dio si mosse sulla superficie dell’acqua. 
Veha’arets hayetah tohu vavohu vechoshech al-peney tehom veruach Elohim merachefet al-peney hamayim.
1: 3 Dio disse: “Ci sarà luce” e la luce è sorta. 
Vayomer Elohim yehi-o vayehi-o.
1: 4 Dio vide che la luce era buona e Dio divise tra la luce e l’oscurità. 
Vayar Elohim et-ha’or ki-tov vayavdel Elohim beyn ha’or uveyn hachoshech.

Magica condizione

opera di Giuseppe Inglese in mostra alla galleria Vecchiato Arte,  via Dondi Dall’Orologio 31 a Padova

 

San Michele 29 settembre 2017

“Sentiamo spesso dire come sia l’Arcangelo Michele a reggere l’evoluzione dell’umanita’ in questa era, come questa sia  legata a nuove energie e nuove speranze per lo spirito Cristico di fronte alla barbarie materialista degli ultimi secoli. Per trovare conferma a cio’ e per avere un’idea di quando ci siano state le altre reggenze di Michele, possiamo rifarci alla Scienza dello Spirito di Rudolf Stainer.

Ecco le ultime tre come egli le indica:

– 5200 ac – 4779 ac
– 2279 ac – 200 a
– 1879 – 2300

L’Arcangelo Michele esprime le forze del sole, della rinascita, della resurrezione spirituale, della liberta’ , dello spirito, del cosmopolitismo. Il primo di questi periodi legato alla reggenza di Michele e’ quello pre-storico e possiamo inserirlo come contemporaneo all’epopea di Gilgamesh. La coscienza dell’uomo era ancora poco individualizzata e i racconti erano basati su miti e leggende. Gli dei “camminavano” ancora nel mondo facendo sentire la loro presenza in ogni aspetto della vita che veniva concepita piu’ a livello di popolo o tribu’ che non individuale. Fioriscono le scuole misteriche e non vi sono vere e proprie religioni. Durante il secondo periodo abbiamo gli impulsi Platonici e Aristotelici e nacque Alessandro Magno (356 ac).  Michele preservo’ le conoscenze Aristoteliche ispirando le missioni di Alessandro Magno. Questi le diffuse in tutto l’oriente fino in India. L’umanita’ perse quasi del tutto il contatto diretto con il divino e si sviluppo’ sempre di piu’ la logica e la razionalita’.  Nel percorso di formazione andò a delinearsi   un individuo con un io ben definito. (Aristotele). Con la distruzione del Tempio di Efeso finisce l’era delle scuole misteriche, conseguentemente inizia il grande periodo delle religioni monoteiste, necessarie in quanto l’uomo ha perso il contatto diretto con il divino. L’essere del Sole, il Cristo, si incarna  donando ad ogni uomo un nuovo accesso alla spiritualita’, non piu’ espressa come imposizione dall’alto, ma ricercata e voluta in un cammino di libera scelta. Michele, reggente dell’intelligenza cosmica e alfiere del Cristo rinuncia quindi al suo potere su tale aspetto dell’evoluzione per permettere all’uomo di sviluppare la propria intelligenza facendo germinare il seme dello spirito (intelligenza = spirito) inserito dal Cristo nel corpo della Terra ed in ogni essere umano. I testi esoterici ci dicono che non tutti gli angeli seguirono il Cristo in questa missione di Amore verso l’uomo mentre al contrario le schiere micheliane, sia angeliche che anime umane, si posero come i massimi alfieri a supporto di tale atto di Amore. Michele e’ anche guerriero e combatte e proprio in questa fase evolutiva la sua forza nel combattere e’ quanto mai necessaria in quanto le controforze rappresentate dall’atavico diavolo tentatore Satana, sconfitto ma non annientato e precipitato sulla Terra, sono state affiancate dalla lucida e gelida intelligenza di Arimane che coadiuvato dalle schiere angeliche che hanno rifiutato la venuta del Cristo, circa nel 666, creano la religione Musulmana. Questa religione professando il fatto che Allah e’ unico e non ha figlio e considerando l’uomo come un riflesso della divinita’, privo di uno spirito indipendente, tenta di riportare l’uomo ad una condizione pre-Cristica e quindi, nell’epoca del Cristo, Anti-Cristica. Le lotte cristiano – musulmane segneranno la storia dell’Europa sia a livello di guerre che di dispute teologico – filosofiche. Durante questo delicatissimo periodo, in attesa della nuova reggenza, Michele non puo’ agire direttamente, oltretutto ha scelto di rispettare il libero arbitrio dell’uomo. Per quanto riguarda l’origine di questo culto sappiamo che  nacque quindi in oriente.  Michele  viene rappresentato come Principe delle Milizie Celesti o Archistratega. La sua lotta originale e’ stata riportata nell’Apocalisse dove proteggendo la Vergine sconfigge Satana e i suoi angeli ribelli. Altro suo compito è gestire l’intelligenza cosmica portando nell’uomo impulsi cosmogonici di conoscenza e guarigione. Sono noti i miracoli legati alle acque curative e le pratiche di Incubatio eseguite nei sui luoghi di culto, nonche’ le apparizioni frequenti in variati luoghi e spesso con indicazioni di dove desideri che venga costruito un suo santuario. Questo aspetto di Michele lo possiamo vedere legato al Mercurio guaritore, come nel caduceo di Mercurio simbolo dei medici. A noi Michele arriva nel 400 attraverso i miracoli che portano alla creazione del Santuario di Monte S. Angelo sul Gargano in Puglia. Il culto, subito ripreso dai Longobardi che trovano in questo Angelo guerriero un ideale vicino al loro modo di vivere, viene cosi’ diffuso in tutta Europa creando monasteri e chiese situate sopratutto lungo le vie di comunicazione. In piccolo lo vediamo in Italia nelle grotte e nei santuari sparsi lungo i percorsi della transumanza, mentre a livello europeo vengono creati i grandi santuari di Mont Saint Michel, della Sacra di San Michele, di Saint Michael’s Mount e di Hildeheim. Arriviamo cosi’ fino all’anno 1100. Le grandi linee europee di pellegrinaggio, la via Longobarda e Franchigena (verso Gerusalemme), la via di Santiago di Compostela, la via che parte dall’Abbazia di Hildeheim tracciano sull’Europa una croce solcata dalla fede e dal cammino di migliaia di pellegrini, rendendo vivo ed evidente l’aspetto Mercuriale dell’impulso Micheliano legato alla comunicazione ed al movimento, non solo di persone, ma di informazioni e conoscenza. Vengono copiati e distribuiti tra le varie Abbazie e Conventi reliquie, testi sacri e di conoscenza insieme alle tradizioni e ai miracoli riguardanti Michele. La linea di Michele che cosi’ si e’ formata partendo da Saint Michael’s Mount arriva fino al cuore del cristianesimo a Gerusalemme rappresentandone la lancia (o l’asta dello stendardo nelle rappresentazioni orientali) che sappiamo appunto simbolo di via e di percorso nonche’ proiezione dell’energia Micheliana nel tempo e nello spazio. Se pure e’ vero che la cristianizzazione dell’Europa avvenne con un impulso dato dai barbari Longobardi e con Carlo Magno e’ pur vero che in oriente fioriva una cultura intrisa delle nozioni Aristoteliche, corrotte e in antitesi a quella Cristiana, ma ai massimi livelli della poesia, arte, astronomia, medicina etc. Come alla corte di Harun al Rashid (700-800) gli ultimi retaggi delle scuole misteriche che si erano insediate, seppur nascostamente, in Europa ebbero un impulso significativo con il ritorno dei cavalieri Templari dalla Terrasanta. Ecco che il sapere orientale venne riproposto in forma Cristiana e unito al sapere delle esistenti scuole misteriche dando inizio ad un fiorire di costruzioni religiose completamente nuove, mai apparse prima sulla Terra. Era il tempo delle Cattedrali gotiche (1100-1200) inserite nel disegno di un culto Mariano, spesso sorte sui resti di precedenti insediamenti pagani gia’ dedicati in epoca pre-cristiana alla Gran Madre. Questo porta ad unificare le rimaste vestigia dei culti celtico druidici volti alla natura e al sensibile, integrandole con la sapienza spirituale matematica di queste complesse costruzioni. Vanno unendosi  il femminile della Terra al maschile del Cielo, il mondo animico orientale a quello spirituale occidentale. Tutto questo porta a completamento la rappresentazione dell’impulso Micheliano in Terra restituendo all’Europa, con un significato Cristiano le perdute filosofie Aristoteliche orientali, ripulite dalla contaminazione musulmana a completamento del percorso evolutivo del Cristo. (asse Michele – Vergine). Questo rappresenta per l’Europa l’ultimo grande movimento ispirativo prima della decadenza e dei tempi bui del Kali Yuga.(1250 – 1899) Questi costruttori di templi e cattedrali, queste coscienze illuminate da Michele, insieme a quanti lottarono contro la strisciante filosofia volta all’annientamento dell’appena nata individualita’ umana, come Tommaso d’Aquino e gli Scolastici contro Averroe’, ci hanno lanciato un ponte, un collegamento visibile attraverso i tempi bui. Un segno della speranza, un cammino da ri-prendere, da ri-svelare, da ri-percorrere. L’era di Michele e’ finalmente arrivata e con essa le controforze che ci hanno svuotato l’anima con il materialismo, la negazione dell’altro, il potere fatto nuovo dio in terra. (Bacone, Darwin).Il compito di ogni nuovo guerriero di Michele insieme alle innumerevoli anime a lui affini che ora sotto la sua reggenza si reincarneranno, sara’ di ri-conoscerlo, di iniziare ad operare diffondendo le nozioni di Amore, il messaggio di unione dato dal Cristo per fermare questa frammentazione senza speranza di esseri destinati all’autodistruzione. (radunare le frasche sparse , secondo Dante). Un guerriero di Michele deve fare del movimento, del pellegrinare, del portare al mondo il messaggio di Michele, la sua esistenza,  non dimenticando il potere di guarigione della sua spada contro la disperazione dell’anima e il freddo della solitudine.  Ora a tocca a noi…Andiamo allora pellegrinando, anche solo all’interno della nostra spiritualità alla ricerca di Michele, tracciando i solchi con il nostro continuo parlare, scrivere, pensare Micheliano fino ad incidere questa croce nel nostro cuore e nella nostra mente. Rendendo viva questa spada che lui ci dona, se con il discernimento scegliamo di seguirlo. Costruendo cattedrali di pensieri e di opere tali che il viandante possa trovarvi ispirazione e conforto guarendo con l’incubatio dell’anima e con l’acqua Mariano-Micheliana spirito e corpo del pellegrino.”

tratto da:http://www.arcangelo-michele.it/SMA_storia_it.htm