Simboli

Ascoltare il daimon

Ho letto per molti  anni libri che indagavano sul sé. Ho cercato così di comprendere il segreto della mia incessante ricerca, delle spinte esistenziali che mi hanno sempre condotto su strade impervie e portata a prendere le decisioni più importanti della mia vita.  

Poi un giorno, improvvisamente, è emerso più forte un sentire e ho compreso che negli anni lo avevo percepito più volte, a ondate, ciclicamente. So con certezza che quello che ora riconosco è ciò che i greci antichi chiamavano δαίμων (dáimōn).  Già  nel 200 d.C.Plotino affermava che ci è toccato in sorte e ha il compito di guidarci nell’ascesa al soprasensibile, tramite la forza dell’Eros e della bellezza.

Poiché il pensiero cosciente e puramente logico non è sufficiente, si tratta di un’ispirazione mistica, della scintilla di uno spirito divino grazie a cui è possibile elevarsi dalla dimensione materiale a quella intellegibile. Il Daimon appartiene alla sfera del Nous, ne è direttamente alimentato, attinge al campo quantico unificato nel quale siamo tutti profondamente immersi, ma che proprio per questa nostra immersione  tendiamo a non vedere.

Originariamente, il termine “daimon” non aveva l’accezione negativa o diabolica che fu  associata poi alla parola “demonio” in epoche successive, ma indicava piuttosto uno spirito guida interiore che accompagnava ogni individuo nel suo percorso di vita.  Questa entità non era considerata una divinità a sé stante, bensì una sorta di intermediario tra gli uomini e gli dei, un essere che manifestava la volontà del divino nel contesto della vita quotidiana dell’essere umano.

Platone (428 a.c./ 348a.c.) ha trattato il concetto di daimon nel suo celebre dialogo “Il Simposio”. Qui narra di come il filosofo Socrate, tramite il suo maestro Diotima, abbia parlato del daimon come di una voce interiore che spingeva l’individuo verso la conoscenza e il perseguimento della propria vocazione unica.

Nella moderna psicoanalisi, il concetto di daimon è stato ripreso e reinterpretato da C. Jung e più tardi da James Hillman, psicologo e studioso della psicologia analitica.   Hillman, allievo di Jung e studioso delle strutture archetipiche mitologiche, riprende il concetto di daimon del suo libro Il Codice dell’Anima, dove lo definisce come una creatura divina che ci conduce nel compimento del disegno della nostra anima, che ci accompagna fedelmente e ci stimola alla grandezza e alla potenza.  Ogni essere contiene l’essenza unica di ciò che è destinato ad essere e questa essenza è già presente in un momento precedente alla sua manifestazione.

Hillman spiega questo concetto con la teoria della ghianda. Infatti come nella ghianda è presente la quercia che non si è ancora espressa, così noi prima della nascita riceviamo un daimon, il quale entra a far parte della nostra personalità e ci accompagna nel cammino della vita, anche se non ne siamo consapevoli.  Sta a noi captare i segnali della nostra anima, percepire la chiamata della nostra vocazione, del nostro vero talento. Il daimon è una voce che si rivela sottovoce, per far sì che possiamo decifrare la nostra anima e svelare la vocazione che da sempre si nasconde dentro di noi. È una forza alleata che si fa sentire tramite sincronicità, eventi magici e mistici, emozioni forti, entusiasmo, ma anche momenti dolorosi che portano a riflessioni e cambiamenti.

Jung parla del daimon come la guida delle nostre motivazioni e passioni, che va realizzato con dei cambiamenti che agli altri risultano difficili da comprendere. Se ignorato, il daimon causa sofferenza dell’anima, infelicità e addirittura nevrosi. Jung nei Ricordi afferma che “l’uomo spinto dal suo demone, […] entra veramente in regioni inesplorate o da non esplorare, dove non ci sono strade segnate, e nessun ricovero offre la protezione di un tetto.”

Secondo Hillman, ascoltare il daimon significa accettare e coltivare i talenti unici che portiamo dentro di noi, abbracciando la nostra chiamata interiore senza lasciarci influenzare dalle aspettative esterne o dalle norme sociali, ciò implica non solo connettersi con la propria interiorità, ma anche accogliere la complessità e la profondità della propria esistenza, in un viaggio continuo di scoperta e di crescita spirituale e personale.   

Il daimon è quindi un’immagine che ci guida e che sceglie per noi eventi di vita, situazioni, caratteristiche personali, epoca e genitori, incontri importanti. Lo fa a dispetto della razionalità, che invece appartiene al mondo della superficie e non riesce a comprendere le profondità dell’anima. Ai pensieri sfuggono i fili invisibili che si intrecciano profondamente tra tutte le cose, gli eventi e le anime.

Il Daimon è la voce dell’anima. È una potenza che trascende la materia e allo stesso tempo la plasma. Ci spinge a prendere decisioni, crea attrazione verso persone o eventi, emerge prepotente come la rabbia o la paura. Con la sua forza ci spinge a realizzare progetti, a desiderare alcune situazioni o a fuggire da altre, ci guida verso il nostro destino.   

La nostra guida interiore, il daimon, sa dove condurci. Affidarsi a questa saggezza profonda significa avere accesso ad un navigatore interiore che ci può suggerire la via di uscita da problemi che sembrano irrisolvibili.  Ci suggerisce la decisione da prendere, quella più adatta a noi. Ci indica la strada che ci appartiene. Non lo fa con le parole ma con il suo linguaggio: le immagini interiori, una sensazione improvvisa, le sincronicità, emozioni, desideri e tutto ciò che riguarda il mondo dell’istinto più profondo. I sogni, le intuizioni, gli eventi che accadono sono tutte immagini attraverso cui il Daimon si manifesta.

Per dare voce al daimon, la cosa più importante da fare è svuotare la mente, staccare dal problema,  mettere da parte la razionalità, che può ostacolare l’accesso a questa saggezza primordiale, e immergersi nell’interiorità per emergere con nuove soluzioni, intuizioni e nuove consapevolezze.

Per farlo occorre adottare l’atteggiamento mentale giusto e conoscere il linguaggio del mondo interiore per saperlo decifrare. Bisogna quindi affinare lo strumento dell’intuito, del sentire, più che del capire.  

E’ possibile esplorare il concetto di daimon non  solo come un esercizio di riflessione teorica, ma anche come un invito a tradurre questa comprensione in azioni concrete che favoriscano la nostra crescita personale.  Esistono diversi esercizi pratici che possiamo adottare per connetterci con il nostro daimon interiore e utilizzare questa consapevolezza per vivere una vita più autentica e significativa.

Uno degli esercizi più efficaci è la pratica della meditazione e della riflessione profonda.  Rifletti su domande come: quali sono i miei veri desideri e passioni? Cosa mi rende autenticamente felice?

Un altro esercizio pratico è il tenere un diario delle riflessioni. Scrivere regolarmente i pensieri, le intuizioni e le ispirazioni che emergono a fine giornata, il diario non solo funge da strumento per registrare il processo di autoesplorazione, ma anche come guida per tracciare i progressi nel tempo e riflettere sulle trasformazioni personali.  

Inoltre, è utile esplorare le proprie passioni e interessi attraverso attività creative e espressive. Questo potrebbe includere la pittura, la scrittura, la musica, il teatro o qualsiasi altra forma d’arte che risuoni con il tuo daimon interiore. L’atto di esprimere se stessi attraverso queste modalità creative non solo nutre l’anima, ma permette anche di scoprire e onorare i talenti unici che il daimon può rivelare.

Infine, considera di trovare un mentore o un guida che possa aiutarti nel processo di scoperta del daimon. Un mentore può offrire supporto, incoraggiamento e una prospettiva esterna preziosa mentre esplori e sviluppi il tuo cammino personale.

Ascoltare il daimon significa non solo connettersi con la nostra vera essenza, ma anche abbracciare i nostri talenti unici e le passioni più profonde. Attraverso la meditazione, la riflessione e l’espressione creativa, possiamo alimentare questa connessione interiore, ottenendo chiarezza nei nostri scopi e nella nostra autenticità.

L’approccio di autoscoperta incoraggiato dal daimon non è solo terapeutico, ma trasformativo. Ci aiuta a navigare tra le sfide della vita con maggiore saggezza e determinazione, guidandoci verso una vita più autentica e significativa. Mentre seguiamo il nostro cammino individuale, il daimon ci invita a vivere in armonia con il nostro vero sé, portando così un senso di realizzazione profonda e soddisfazione interiore.

In sintesi, integrare il concetto di daimon nella nostra esistenza non è solo un atto di auto-scoperta, ma un’opportunità per abbracciare la nostra unicità e percorrere un cammino di crescita personale che risuona con la nostra vera essenza. Che sia visto come un’entità spirituale, un archetipo psicologico o una metafora di autenticità, il daimon continua a essere una fonte di ispirazione e guida per coloro che cercano un significato profondo e una realizzazione autentica nella loro vita.

Liberamente tratto da:  https://www.leonardoleone.it/il-daimon-guida-interiore-da-platone-a-james-hillman/ e https://www.psicologionline.net/articoli-psicologia/articoli-psicologia-dintorni/9-daimon.

si ringrazia gli autori per lo studio dei contenuti in  questi articoli qui sopra citati  che mi hanno aiutata a comprendere meglio il concetto di Daimon

Lascia un commento