Personaggi

Quod totum procedet ex amor

uccelli da caccia

Nel XIII secolo, l’Imperatore, Federico II scrisse il trattato di falconeria “De arte venandi cum avibus” che si compone di sei libri. La prima parte tratta l’ornitologia, in seguito viene trattato il tema riguardante le specie dei falchi da caccia e di come si addestrano. Federico si valse dei consigli di esperti, soprattutto del vicino Oriente, utilizzando cio’ “che meglio sapevano”. Oltre all’apporto naturalistico alla stupefacente quantita’ di dati originali (Momin e Ghatrif), il trattato di Federico contiene anche alcune personali opinioni sull’uomo e sul suo rapporto col mondo della natura. Il falconiere ideale corrisponde “al ritratto dell’uomo completo, quale l’Imperatore lo immaginava”. Un uomo dedito solo all’arte venatoria, alla quale subordina la fame, la sete, persino il sonno. Tralasciando le indispensabili cognizioni pratiche, si esigeva che possedesse una perfetta padronanza di se’, solida intelligenza, acuta memoria, coraggio e tenacia, tutte qualita’ capaci di fare un elemento adatto anche a superiori servizi di Stato. Lo dimostra  il fatto che molti grandi funzionari imperiali si esercitarono in gioventu’ al duro tirocinio della falconeria. Per il falconiere – scrisse Federico – ” ogni cosa deve nascere dall’amore che egli portera’ alla sua arte “. Un’arte, cosi’ spesso egli la definiva, che esige un perfetto esercizio, intendendo con cio’ la necessita’ e la forza di domare, con la sola superiorita’ dello spirito, gli uccelli rapaci, gli animali piu’ liberi e mobili del creato.
E’ appunto questo presupposto che rende l’arte di cacciare con gli uccelli ” nobilior et dignior “, piu’ nobile e degna di tutti gli altri metodi di caccia. Non con la forza, ma solo con la sensibilita’ e l’ingegno, l’uomo puo’ ammaestrare il rapace al punto da farlo volare libero in cerca di preda per poi liberamente tornare a posarsi sulla sua mano. ” Rapaci che temono la vista e la vicinanza dell’uomo, imparano grazie a quest’arte a fare per utile dell’uomo cio’ che fino allora facevano spontaneamente per utile proprio “. Federico si riferisce, in proposito, non solo ad una mutazione delle abitudini ma ad un vero proprio nuovo istinto: ” Nel corso del tempo, queste caratteristiche acquisite con la durezza e la costanza diventando negli uccelli una particolarita’, una consuetudine  ed e’ questa la ragione per la quale la caccia col falcone acquista un significato che, secondo Federico trascende il divertimento e la maestria venatoria, per assurgere ad altezza d’arte. In proposito Federico sottolinea la frase: “Quod totum procedet ex amor” poiché tutto ciò proviene dall’amore. 

tratto da:”http://www.marvel.it/falcuc/storia.htm

immagini tratte dal corteo storico della manifestazione “GIOSTRA della Rocca”, Monselice 21 settembre 2014