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Cosa si salverà di tutto quel che fui?

“Ma la domanda di prima resta senza risposta vera e ultima, decisiva: cosa si salverà di tutto quel che fui, che fummo, che furono e che saranno? Qual è la scintilla che resterà accesa quando tutto sarà spento, ci sarà una briciola che non si disperderà nel nulla? E allora ti sovviene una parola che forse è uno spiraglio: anima.  Una parola che non è un astrazione, perché come altro definire il punto reale dove di esprime e si coagula tutto ciò che pensi, vivi , ami, nel corpo e nella mente e nelle tue emozioni? Anima, è quel luogo.  Se l’anima è illusione, allora è un’illusione tutta la vita tua, tutto il pensare e l’Agire della vita che nell’anima trova il suo punto di raccolta. L’anima è la cripta di tutto quel che fu la nostra vita, il punto focale dove trova coscienza, memoria e sensibilità l’intero racconto in cui siamo immersi e che chiamiamo vita. Alla fine quel che resta di noi è un alone dove si riassume l’immagine di un volto e, più sfocata , la sembianza di un corpo, il lume di uno sguardo, l’eco di una voce, più l’impronta di un carattere che è la traccia più cospicua, somma di mente e di cuore riflessi nell’esistenza. Quel timbro di una vita lo chiamiamo anima, Non è illusione se non a patto di considerare illusorio tutto quel che ci circonda e ci sostanzia, la vita intera. Anima. ”

Tratto da:”Anima e corpo”, Marcello Veneziani, Mondadori, maggio 2014, pg.38