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Colonne ofitiche con nodi gordiani, esterno abside Duomo di Trento 1212

«Il plurisecolare processo di astrazione formale aveva portato nel frattempo alla realizzazione di espressioni d’arte di una estrema raffinatezza esaurendo tutte le possibilità decorative di motivi geometrici o classici come il meandro, la pelta, il nastro intrecciato, il quadrato, il cerchio, il poligono, la croce, la stella, la spirale. I diffusi motivi a intrecci di nastri, a stuoia, a fondo di cesto, a onde, a nodo, nella loro varietà ci danno talvolta delle realizzazioni compiute, immagini di un movimento che si chiude in se stesso all’infinito, immobile e dinamico assieme, insolubile come il nodo gordiano dal quale spesso deriva, lontano dalla logica corrente, ma tuttavia di una logica assoluta. Di fronte a queste immagini, che potremmo chiamare astratte, se l’astratto esistesse, e decorative se tale concetto non fosse troppo limitativo, la nostra capacità logica e così pure il giudizio qualitativo sono messi a dura prova. Concludendo, ci sembra che l’arte dell’alto Medioevo vada letta e capita come una istintiva volontà di ascendere all’astratto e cioè al perfetto e cioè a Dio, non meno di quella dei Greci di riconoscere Dio nella forma perfetta e di tendere ad essa nella rappresentazione della figura umana, come dell’architettura, come di ogni cosa terrena».

tratto da:”Storia dell’arte nel Trentino”, N. Rasmo, Dolomia, Trento 1982, pagg. 33, 34.

Nella simbologia cristiana il nodo gordiano rappresenta l’eternità divina, senza inizio e senza fine, è anche simbolo e archetipo di alleanza, è un motivo decorativo che lo si ritrova fin dalle prime chiese cristianeEsterno abside Duomo di Trento