Riflettevo sul Perdono, virtù difficilissima da rendere attiva nella nostra vita. Perché, mi sono chiesta non riesco a perdonare. Per molti anni mi sono fatta questa domanda, e anche quando credevo di aver perdonato ancora una parte del mio corpo non riusciva a perdonare e urlava per un profondo istinto di sopravvivenza. Il perdono si fonda sulla capacità di trasformare un dolore che ci ha colpito nell’intimo, che ha lavorato dentro di noi minando le nostre sicurezze più profonde. Difficile perdonare quando ci hanno tolto tutto quello che di più caro avevamo, difficile allora perdonare anche Dio quando ci toglie un figlio e la vita prende una strada diversa da ciò che avevamo programmato per la nostra esistenza. Ho provato ad affrontare il perdono poco tempo fa, ho incontrato questo fantasma che da anni tenevo ben chiuso dentro di me. Un amico sacerdote che sa del dolore che vissi mi ha detto in questi giorni: perché devi ancora soffrire? perché ancora il sacrificio di incontrare una persona che ti ha fatto così tanto star male? Ho voluto ascoltare invece le parole di due cari amici che mi hanno incoraggiato ad incontrare chi non riuscivo a perdonare. E’ stata un’esperienza indescrivibile, ho dovuto lottare contro me stessa per giorni per affrontare una parte di me che si ribellava, gridava no. Mi sono arresa a quello che mi veniva incontro. Sapevo che l’assenza di Perdono è uno dei maggiori impedimenti nel percorso di evoluzione spirituale. Certo riuscire ad aprire una porta verso il perdono ci rimette in contatto con l’UNITA’ perduta. Improvvisamente ci si sente forti di questa ritrovata unione, l’orgoglio si scioglie, le resistenze, i sentimenti negativi si liquefano nelle nostre lacrime di resa. Ha qualcosa a che fare con il Cristo, con il suo sacrificio di trasformazione. Una potente e difficile esperienza che sta trasformando me e forse anche chi sto perdonando.
RSS feed for comments on this post. / TrackBack URI