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I principi ispiratori della
Regola di San Benedetto

Nella Regola San Benedetto fa magistralmente tesoro anche di una breve esperienza personale di vita eremitica che gli fece capire quanto le debolezze umane allontanino i più dalla contemplazione di Dio. Per questa ragione propone di vincere l’accidia (una certa noia spirituale), con il cenobitismo, cioè una vita comunitaria che prevede un tempo per la preghiera ed uno per il lavoro e lo studio (Ora et Labora), lontana dalle privazioni e mortificazioni estreme imposta dalla vita in solitudine scelta dagli asceti e, quindi, attuabile anche da persone comuni.

In particolare, per i Benedettini la Preghiera è intesa come la contemplazione del Cristo alla luce della Parola Sacra ed è praticata sia comunitariamente attraverso i canti (loro sono i canti gregoriani), la partecipazione a funzioni e l’ascolto delle letture in diversi momenti della giornata (ad es. durante i pasti), sia nel chiuso della propria cella sia attraverso lo studio.

Per quanto riguarda il lavoro, i Benedettini non intendono solo quello fisico che nei primi secoli significava soprattutto dissodare, disboscare, bonificare e coltivare i luoghi inospitali e disabitati dove erigevano le loro abbazie, ma anche lo studio e, una volta, la trascrizione di testi antichi (non solo religiosi ma anche letterari o scientifici). Del resto per loro un’alta forma di preghiera è anche il proprio atteggiamento verso il lavoro.

Così San Benedetto organizza la vita monastica intorno a tre grandi assi portanti che permettono di fare fronte alle tentazioni impegnando continuamente ed in modo vario il monaco:

  1. preghiera comune
  2. preghiera personale
  3. lavoro

Lo studio non era compreso.La maggior parte dei monaci benedettini era analfabeta. Compito del monaco è, con l’aiuto della comunità monastica di cui fa parte, di adempiere a questi quattro obblighi con il giusto equilibrio, perché quando uno prende il sopravvento sugli altri il monachesimo cessa di essere benedettino. I monaci che seguono la regola di San Benedetto, infatti, non devono essere né dei contemplativi dediti unicamente all’orazione, né dei liturgisti che sacrificano tutto all’Ufficio, né degli studiosi, né dei tecnici o degli imprenditori di qualsivoglia gener di lavoro.