Riflessioni

L’Ardore

“Ti ricordi quand’eri bambina dei primi amori? Ricordi ciò che sentivi quando eri corteggiata da un tuo coetaneo? Ho ancora vivo il ricordo di due rose donate da un bimbo di nome Nazareno, prese e nascoste nella cartella di pelle e poi arrivata a casa subito abbeverate perchè potessero vivere a lungo o forse in eterno. Avevo dieci anni al tempo, ma ciò che vorrei da un uomo non è molto diverso da allora. Strade ne ho percorse, amori più o meno leciti, progetti, speranze, separazioni, illusioni. Non so se ho ancora voglia di essere il “dirigente della mia azienda”, non so se tale ruolo mi faccia sentire libera come vorrei. Libera di poter accogliere quelle due rose bianche e nulla di più, goderne il profumo, guardarle di nascosto mentre cambiano colore, sapendo che sono state scelte con ardore. Forse quello a cui non posso rinunciare è l’ardore, perchè senza di esso un pò si muore. Cerco la parola ardore ovunque, mentre scelgo le mele con cui fare un dolce, mentre pettino i capelli di mia figlia, mentre penso ad un nuovo progetto di lavoro, mentre bevo il tè nella tazza di porcellana fine con una amica. Non so se voglia di  giocare un ruolo che solo in parte mi appartiene, facilitando la vita all’altro…in fin dei conti ho solo voglia di dare acqua a quelle rose.” Isabeau