Virtù

Se esalterà la Verità, la Verità esalterà lui stesso.

In questi tempi di uomini nuovi, quando sembra che le speranze siano del tutto sconfitte dall’operare disastroso dei nostri governanti, mi viene da pensare che senza solide basi di Verità sarà impossibile dichiarare l’avvento di Nuovi Uomini. Eppure basta guardare indietro a civiltà che furono dichiarate “barbare” e trovare grandi modelli a cui ispirarsi. Le antiche leggi irlandesi, chiamate Leggi di Brehon (in gaelicobrehon significa druido giudice) costituivano il sistema giurisprudenziale più avanzato del mondo antico, un sistema che comprendeva il concetto di eguaglianza degli esseri umani e un sistema che lasciava trasparire profonda umanità e cultura. Queste leggi venivano accuratamente tramandate oralmente di generazione in generazione dagli appartenenti ad una particolare categoria di “giuristi di professione” chiamati Brithen (giudice, in antico gaelico). Il primo nucleo di queste norme risale a tempi molto remoti, forse addirittura antecedenti l’arrivo dei Celti in Irlanda. Si attribuisce a San Patrizio la codificazione di queste leggi nel V secolo, nei cinque volumi chiamati inizialmente Senchus Mor;  successivamente queste disposizioni vennero chiamate C’ain Padraic. Tuttavia questi cinque volumi, che sono giunti fino a noi, sono solo una piccola parte dell’antica legislazione irlandese che copriva ogni sfumatura, morale e sociale, delle relazioni tra gli individui e che rifletteva i valori della popolazione.
Mentre il Brehon amministrava la legge, la saggezza collegiale di nove autorevoli individui decideva se emanare una legge oppure abolirla. Questo consiglio legislativo era composto necessariamente da un capo, un bardo, uno storico, un proprietario terriero, un vescovo, un esperto di letteratura, un esperto di legge, un nobile, un vicario laico. Il tratto saliente di queste leggi era l’imparzialità verso ogni classe sociale. Il re stesso era tenuto ad osservare la legge se doveva farsi giustizia nei confronti del suddito più infimo. Al re erano riconosciuti dei diritti, ma erano anche stabiliti dei doveri per lui. Lo spirito democratico di queste leggi emerge in dozzine di casi. Ad esempio, un re che trasportava materiali da costruzione al suo castello aveva lo stesso, e solo lo stesso, diritto di passaggio che il mugnaio aveva per trasportare materiali da costruzione al suo mulino; l’uomo più povero del paese poteva esigere il pagamento di un debito da un nobile o poteva eseguire un sequestro sui beni reali; l’uomo che aveva rubato l’ago di una povera ricamatrice era condannato a ricomprarle uno della migliore qualità esattamente come l’uomo che l’avesse rubato a una regina.Le Leggi di Brehon si basavano su un concetto di identità individuale, definita in termini di clan e di proprietà personale. Il prestigio veniva valutano in termini di ricchezza personale e la ricchezza della persona o il livello del prestigio rifletteva lo status dell’individuo all’interno della comunità. La legge considerava il vescovo, il re , il bardo capo e il pubblico ospitante (persona che possedeva e gestiva case gratuite per viandanti) allo stesso livello e lo stesso prezzo per tutte e quattro le categorie era dovuto da chiunque avesse ucciso uno di loro. La Legge irlandese pretendeva di più da chi avesse ricevuto di più da Dio. Ad esempio, un membro del clero doveva essere multato il doppio rispetto ad un laico per la stessa infrazione. Per alcuni reati, individui laici altolocati erano privati di metà delle loro ricchezze che gli davano prestigio la prima volta, e di tutte le ricchezze che gli davano prestigio la terza volta. I chierici, invece, non solo perdevano tutte le loro ricchezze che gli davano prestigio la prima volta, ma venivano degradati. Un normale prete poteva, attraverso pene e sofferenze fisiche, riconquistare il suo grado; invece un chierico di livello elevato, come un vescovo, non solo perdeva le sue ricchezze e veniva degradato, ma non poteva riottenere più il suo precedente status.
Secondo gli studiosi di cultura celtica, il più importante principio morale per gli antichi Druidi era la devozione alla verità. Nel Testamento di Morann, documento datato tra il settimo e il nono secolo, ma che sembra derivare dal periodo druidico precristiano,  emerge questo suggerimento ad un principe che si appresta a governare:

“Se esalterà la Verità, la Verità esalterà lui stesso.
Se rafforzerà la Verità, lei lo rafforzerà.
…  Grazie al governo della Verità, la mortalità di massa tra gli uomini è scongiurata.
…  Grazie al governo della Verità, tutta la terra diventa feconda e adatta ai parti.
… Grazie al governo della Verità, c’è grande abbondanza di grano”.

Attraverso lo studio delle antiche Leggi di Brehon – precedenti la Cristianità e registrate dai monaci nel 5° secolo –  cercando di renderle applicabili alla vita moderna, sono stati articolati undici principi o codici di condotta per il druido contemporaneo.

1) Ogni azione ha una conseguenza, e devi essere preparato a riparare alle tue azioni, se necessario
2) Ogni vita è sacra, e tutti sono responsabili dell’osservanza di questo precetto
3) Vivi in una società e devi rispettare le sue regole
4) Lavora con standard elevati
5) Porta avanti una vita onesta
6) Sii buono quando ospiti e sii un altrettanto buon ospite
7) Prenditi cura di te (la salute è un elemento estremamente importante per i celti)
8 ) Sii utile alla tua comunità
9) Mantieni un sano equilibrio tra spiritualità e vita terrena
10) Sostieni la verità, partendo da te stesso
11) Sii certo delle tue convinzioni, sopratutto quando ti portano a giudicare o accusare qualcuno, ma anche quando ne devi solo discutere. Chiediti: sei davvero sicuro? Conosci veramente la questione?

ispirato e tratto in parte da da :http://invisig0th.wordpress.com/tag/leggi-di-brehon/

2 Comments »

  1. e liquid art ha detto:

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