Arte

Leda degli Uffizi Leonado Da Vinci

Il cigno è un animale simbolico per eccellenza. Il mito più antico che lo riguarda è quello di Leda, figlia di Testio e moglie di Tindaro, re di Sparta. La leggenda narra che Zeus, innamoratosi di lei, si trasformò in un cigno e si accoppiò con lei, che generò due uova. Da un uovo sarebbero usciti i Dioscuri, Castore e Polluce, mentre dall’altro Elena e Clitennestra. Il cigno veniva considerato un uccello sacro, un simbolo solare.  Sia i Veda  che gli scandinavi dell’Età del Bronzo, raffigurarono i raggi del sole come lunghi colli di cigno,  così  i Greci  associarono l’uccello ad Apollo e allo stesso Zeus, il cui genitivo del nome, diòs, rivela la radice indoeuropea div che significa splendere.  Nello stesso nome di Leda alcuni studiosi hanno voluto riconoscere la parola lada, che nell’antica lingua dei Lici significava “donna”, con chiari riferimenti al mitico essere femminile primordiale. Le posizioni della donna, dell’animale e dei figli, fuoriusciti dal guscio delle uova disegnano dei simboli di cui non possiamo avere certezza perché differenti in ogni copia. Ma le strane torsioni presenti nei corpi, in ogni copia di questo quadro ci fanno pensare che Leonardo  volesse velare un codice, delle lettere o forse delle cifre. In tutte le copie, la madre ed i bimbi si guardano amorevolmente, mentre il cigno volge lo sguardo in cielo.  Nel Medioevo, scrittori come Adolfo d’Orleans, Giovanni di Garlandia e Petrus Berchorius, dal XIII secolo in poi misero in relazione il mito col cristianesimo: il cigno divenne in tal modo simbolo dello Spirito Santo.

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