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L’ottava chiave: la Donazione

Continuo ad incontrare intorno a me persone deluse,  arrabbiate, preoccupate.  Anche io lo sono a volte, la paura e il timore mi assalgono.  Ci sono giorni in cui vedo tutto nero venirmi incontro, e vorrei un padre o una grande madre che risolvesse i miei affanni.  Poi succede qualcosa, mi accorgo che sono viva, innamorata ancora di questo miracolo costante che è la vita e di tutto quello che ogni giorno prepara per insegnarmi.  Da quando ho compreso questo “senso” tutto, anche il dolore  e la gioia, si sono  ridimensionati e inseriti  in un progetto evolutivo più grande.  Mia figlia dodicenne, mi chiedeva l’altro giorno, facendo finta di non sapere: “Mamma,  ma che senso ha nascere, studiare , lavorare, affannarsi, vivere, gioire e poi morire?”   Non sono un maestro, ma questo comprendere il motivo dell’esistere, che spesso pare sfuggirci, credo stia  proprio nell’insegnamento che la vita ci da ogni giorno. Oggi non siamo più quelli che eravamo ieri, ne un anno fa. Anche se siamo rimasti  immobili, questi tempi ci spingono a cambiare.   Lo scopo di questo semplice blog vuole essere uno stimolo all’andare contro corrente.   In questo panorama disastrato, al quale noi stessi contribuiamo con pessimismo e pensieri cupi, vorrei essere qualcuno che dona una rassicurazione. Vorrei dare ascolto, comprensione, fiducia interiore.  Proviamo ciascuno nella vita di tutti i giorni a donare un complimento, una carezza sul cuore, un pensiero contrario alla logica disfattista.  C’è tanta bellezza, incanto, guardiamoli, doniamoli agli altri.  Sono quotidiani reflessi di una divinità che ci pervade, ma spesso ce ne dimentichiamo.

san Paolo, Seconda lettera ai Corinzi 9-(6.7.8.9)

6Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. 7Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. 8Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, 9come sta scritto:

ha largheggiato, ha dato ai poveri;
la sua giustizia dura in eterno.”

La settina chiave: l’Ordine

“Intorno a noi si può manifestare l’oscurità spirituale ma, se sapremo dare un senso di ordine alla nostra vita, potremo dare significato a ciò che ci accade, cogliendo ogni situazione come opportunità di crescita. …. spesso si confonde il desiderio con la Creazione e si vive con la speranza che qualcosa accada, ma non nelle certezza che avverrà.  Qualunque cosa si voglia creare, necessita di un pensiero saldo e di un’espressione della  volontà ferma.  … Se ci affidiamo con umiltà e saggezza agli eventi, se non contrastiamo le situazioni, ma cerchiamo di svilupparle al meglio, traendo da esse ogni insegnamento possibile, se con ispirata fiducia lasciamo scorrere ogni situazione senza imporre il nostro piccolo volere, allora anche il caos dalla nostra vita si dissolverà”

tratto da “La dimensione della Gioia”,A.Bona, ed. Mechisedek

Gregorio Euclide

Splendido questo collage di Gregorio Euclide, paesaggi fantastici della mente, nuovi mondi naturali, qualche familiarità con la Leda degli Uffizi?

San Antonio 13 giugno

Oggi festa di un Santo che è per me un grande esempio di Sapienza e Passione  per Dio. Dapprima monaco agostiniano in Portogallo, dotato di grande cultura, ma anche di grande umiltà, divenne in seguito grande predicatore  francescano in Italia. Morto  all’età di 36 anni a Padova è il Santo canonizzato più rapidamente nella storia della Chiesa.  La diffusione mondiale della sua devozione  lo rende il santo più venerato al mondo.

13 giugno San Antonio

La sesta chiave : Saggezza

“Ogni evento terreno ci è dato per farci progredire.  Noi dobbiamo arrivare a capire questo, poichè tutto ha un senso, e così capiremo il perchè delle prove, delle tribolazioni e delle gioie.   Tutto serve a un scopo preciso e finalizzato, che è quello di portarci alla meta acquisendo la capacità di abbandono a ciò che esiste, focalizzandoci solo sull’Adesso. La proiezione verso il futuro o verso il passato genera solo dolore, sofferenza, conflitto.  Se useremo la Saggezza nel comprendere che siamo molto di più di quel che sembriamo, potremo utilizzare il nostro enorme potenziale per fronteggiare le sfide, con assoluta fiducia.”

Tratto da: “La dimensione della Gioia”, A. Bona, ed.Melkisedek

Trovo molto affascinanti queste Chiavi. Portare nella nostra vita la riflessione su questi fondamentali passaggi di consapevolezza costituisce una vera e propria scuola, un vademecum in un periodo di totale disordine, di assenza di guida.   Qui nella semplicità cristallina dell’esempio troviamo acqua che disseta, linee guida e conforto.

Leda degli Uffizi Leonado Da Vinci

Il cigno è un animale simbolico per eccellenza. Il mito più antico che lo riguarda è quello di Leda, figlia di Testio e moglie di Tindaro, re di Sparta. La leggenda narra che Zeus, innamoratosi di lei, si trasformò in un cigno e si accoppiò con lei, che generò due uova. Da un uovo sarebbero usciti i Dioscuri, Castore e Polluce, mentre dall’altro Elena e Clitennestra. Il cigno veniva considerato un uccello sacro, un simbolo solare.  Sia i Veda  che gli scandinavi dell’Età del Bronzo, raffigurarono i raggi del sole come lunghi colli di cigno,  così  i Greci  associarono l’uccello ad Apollo e allo stesso Zeus, il cui genitivo del nome, diòs, rivela la radice indoeuropea div che significa splendere.  Nello stesso nome di Leda alcuni studiosi hanno voluto riconoscere la parola lada, che nell’antica lingua dei Lici significava “donna”, con chiari riferimenti al mitico essere femminile primordiale. Le posizioni della donna, dell’animale e dei figli, fuoriusciti dal guscio delle uova disegnano dei simboli di cui non possiamo avere certezza perché differenti in ogni copia. Ma le strane torsioni presenti nei corpi, in ogni copia di questo quadro ci fanno pensare che Leonardo  volesse velare un codice, delle lettere o forse delle cifre. In tutte le copie, la madre ed i bimbi si guardano amorevolmente, mentre il cigno volge lo sguardo in cielo.  Nel Medioevo, scrittori come Adolfo d’Orleans, Giovanni di Garlandia e Petrus Berchorius, dal XIII secolo in poi misero in relazione il mito col cristianesimo: il cigno divenne in tal modo simbolo dello Spirito Santo.

Osservazioni sull’Onestà

La mia vita è fatta di coincidenze da un pò di tempo. Molto di quello che mi viene incontro ogni giorno come esperienza, mi istruisce e mi ammaestra seguendo una logica particolare. Per caso, oggi, trovandomi ad  affrontare una situazione  da chiarire con altre persone,  ho scoperto come qualcosa che era stato seminato in maniera disonesta in passato, dopo trentanni aveva creato una gravi problemi  per molte persone. Comportarsi disonestamente  provoca  disarmonia e tutto intorno a noi viene come toccato da cerchi nell’acqua che amplificano il senso di disagio.  Il problema non risolto, con l’andare degli anni,  tra l’altro, si amplifica  in maniera esponenziale.   Nella sala dove eravamo riuniti  per tentare di sciogliere questo antico nodo, mi sono trovata proprio seduta vicino alle persone che tanti anni fa avevano creato  disarmonia. Ne avevo sempre sentito parlare dai miei genitori e adesso li avevo li di fianco a me. Ho studiato i loro visi.  Volevano disonestamente approfittare di tante persone riunite in quel luogo con me.   I  loro occhi erano sornioni  e imbarazzati allo stesso tempo. Tutte le persone presenti in sala che ora devono patire della disonestà di questi uomini,  erano impauriti  e senza forze. Ma abbiamo alzato la testa e deciso di combattere questa sopraffazione. Occorre guardare negli occhi la disonestà, avere il coraggio di farlo,  non possiamo più fare finta di niente.  Comincio da me a dare rispetto per l’altro, onestà e pulizia.  La gente disillusa e ferita può ritrovare la fiducia e il calore come quando stasera siamo usciti da quella stanza.

La quinta chiave: Onestà

“La Coscienza, abbiamo appurato, è in grado di plasmare la nostra realtà.  Il pensiero, sia esso controllato o incontrollato, definisce la nostra vita. Se agiremo con disonestà, riceveremo disonestà e innescheremo un meccanismo di disamore e slealtà intorno a noi. Possiamo anche pensare di agire in modo disonesto e non visibile, ma questo non impedirà di causare un effetto di disordine nell’ambiente in cui viviamo.  Tutto obbedisce a determinate leggi.    Se la razza umana vuole continuare a vivere dovrà aprire il suo cuore con fiducia ed essere integra, abbandonando la sua propensione all’egoismo e l’inganno. Deve smettere di identificarsi con le forme mentali che ci inducono a comportarci con scaltrezza nei confronti del nostro prossimo, pensando così di essere più furbi. Siamo tutti interconnessi e ciò che facciamo agli altri ci ritornerà inevitabilmente  per effetto boomerang. Se siamo onesti nei confronti degli altri lo saremo verso noi stessi. Il nostro compito  pertanto è rendere pulito e positivo l’ambiente in cui viviamo. Quando con onestà giungiamo a delle conclusioni, non possiamo continuare  ad avere lo stesso atteggiamento, ma si deve tramutare il senso di separazione dagli altri, rafforzando la consapevolezza di esser tutti UNO.”

tratto da: “La Dimensione della Gioia”, A. Bona, ed. Melchisedek

Intervista a John Wilks sulla tecnica BOWEN

Per chi non sa l’inglese o non ha voglia di ascoltare tutta l’intervista portate il cursore a 20 minuti potete vedere John Wilks dare una dimostrazione  di tecnica Bowen alla signora che è stata invitata. La tecnica Bowen è eccezionale per risolvere stress quotidiani che vengono dalla postura in ufficio, al computer … ma anche in caso di posture sbagliate dei nostri figli, piccoli grandi traumi anche in conseguenza di pratiche sportive.

Esempio di tecnica Bowen

http://youtu.be/ZgklFv7yl6I
Vorrei specificare che il massaggio Bowen viene praticato in questo video a una persona senza abiti, ma solitamente si può comodamente indossare una tuta e un paio di calzini.

Prossimi appuntamenti terapia BOWEN

Sabato 2 Luglio prossimo appuntamento con Cristina Binelli terapista Bowen presso l’Associazione NovArmonia. Telefonare per appuntamento a: Cristina Binelli  cell. 333 6780885  o Annamaria 349 1215334.

Se esalterà la Verità, la Verità esalterà lui stesso.

In questi tempi di uomini nuovi, quando sembra che le speranze siano del tutto sconfitte dall’operare disastroso dei nostri governanti, mi viene da pensare che senza solide basi di Verità sarà impossibile dichiarare l’avvento di Nuovi Uomini. Eppure basta guardare indietro a civiltà che furono dichiarate “barbare” e trovare grandi modelli a cui ispirarsi. Le antiche leggi irlandesi, chiamate Leggi di Brehon (in gaelicobrehon significa druido giudice) costituivano il sistema giurisprudenziale più avanzato del mondo antico, un sistema che comprendeva il concetto di eguaglianza degli esseri umani e un sistema che lasciava trasparire profonda umanità e cultura. Queste leggi venivano accuratamente tramandate oralmente di generazione in generazione dagli appartenenti ad una particolare categoria di “giuristi di professione” chiamati Brithen (giudice, in antico gaelico). Il primo nucleo di queste norme risale a tempi molto remoti, forse addirittura antecedenti l’arrivo dei Celti in Irlanda. Si attribuisce a San Patrizio la codificazione di queste leggi nel V secolo, nei cinque volumi chiamati inizialmente Senchus Mor;  successivamente queste disposizioni vennero chiamate C’ain Padraic. Tuttavia questi cinque volumi, che sono giunti fino a noi, sono solo una piccola parte dell’antica legislazione irlandese che copriva ogni sfumatura, morale e sociale, delle relazioni tra gli individui e che rifletteva i valori della popolazione.
Mentre il Brehon amministrava la legge, la saggezza collegiale di nove autorevoli individui decideva se emanare una legge oppure abolirla. Questo consiglio legislativo era composto necessariamente da un capo, un bardo, uno storico, un proprietario terriero, un vescovo, un esperto di letteratura, un esperto di legge, un nobile, un vicario laico. Il tratto saliente di queste leggi era l’imparzialità verso ogni classe sociale. Il re stesso era tenuto ad osservare la legge se doveva farsi giustizia nei confronti del suddito più infimo. Al re erano riconosciuti dei diritti, ma erano anche stabiliti dei doveri per lui. Lo spirito democratico di queste leggi emerge in dozzine di casi. Ad esempio, un re che trasportava materiali da costruzione al suo castello aveva lo stesso, e solo lo stesso, diritto di passaggio che il mugnaio aveva per trasportare materiali da costruzione al suo mulino; l’uomo più povero del paese poteva esigere il pagamento di un debito da un nobile o poteva eseguire un sequestro sui beni reali; l’uomo che aveva rubato l’ago di una povera ricamatrice era condannato a ricomprarle uno della migliore qualità esattamente come l’uomo che l’avesse rubato a una regina.Le Leggi di Brehon si basavano su un concetto di identità individuale, definita in termini di clan e di proprietà personale. Il prestigio veniva valutano in termini di ricchezza personale e la ricchezza della persona o il livello del prestigio rifletteva lo status dell’individuo all’interno della comunità. La legge considerava il vescovo, il re , il bardo capo e il pubblico ospitante (persona che possedeva e gestiva case gratuite per viandanti) allo stesso livello e lo stesso prezzo per tutte e quattro le categorie era dovuto da chiunque avesse ucciso uno di loro. La Legge irlandese pretendeva di più da chi avesse ricevuto di più da Dio. Ad esempio, un membro del clero doveva essere multato il doppio rispetto ad un laico per la stessa infrazione. Per alcuni reati, individui laici altolocati erano privati di metà delle loro ricchezze che gli davano prestigio la prima volta, e di tutte le ricchezze che gli davano prestigio la terza volta. I chierici, invece, non solo perdevano tutte le loro ricchezze che gli davano prestigio la prima volta, ma venivano degradati. Un normale prete poteva, attraverso pene e sofferenze fisiche, riconquistare il suo grado; invece un chierico di livello elevato, come un vescovo, non solo perdeva le sue ricchezze e veniva degradato, ma non poteva riottenere più il suo precedente status.
Secondo gli studiosi di cultura celtica, il più importante principio morale per gli antichi Druidi era la devozione alla verità. Nel Testamento di Morann, documento datato tra il settimo e il nono secolo, ma che sembra derivare dal periodo druidico precristiano,  emerge questo suggerimento ad un principe che si appresta a governare:

“Se esalterà la Verità, la Verità esalterà lui stesso.
Se rafforzerà la Verità, lei lo rafforzerà.
…  Grazie al governo della Verità, la mortalità di massa tra gli uomini è scongiurata.
…  Grazie al governo della Verità, tutta la terra diventa feconda e adatta ai parti.
… Grazie al governo della Verità, c’è grande abbondanza di grano”.

Attraverso lo studio delle antiche Leggi di Brehon – precedenti la Cristianità e registrate dai monaci nel 5° secolo –  cercando di renderle applicabili alla vita moderna, sono stati articolati undici principi o codici di condotta per il druido contemporaneo.

1) Ogni azione ha una conseguenza, e devi essere preparato a riparare alle tue azioni, se necessario
2) Ogni vita è sacra, e tutti sono responsabili dell’osservanza di questo precetto
3) Vivi in una società e devi rispettare le sue regole
4) Lavora con standard elevati
5) Porta avanti una vita onesta
6) Sii buono quando ospiti e sii un altrettanto buon ospite
7) Prenditi cura di te (la salute è un elemento estremamente importante per i celti)
8 ) Sii utile alla tua comunità
9) Mantieni un sano equilibrio tra spiritualità e vita terrena
10) Sostieni la verità, partendo da te stesso
11) Sii certo delle tue convinzioni, sopratutto quando ti portano a giudicare o accusare qualcuno, ma anche quando ne devi solo discutere. Chiediti: sei davvero sicuro? Conosci veramente la questione?

ispirato e tratto in parte da da :http://invisig0th.wordpress.com/tag/leggi-di-brehon/

La quarta chiave: la Verità

“In noi esiste la Verità, sono impressi codici divini. E quando la si percepisce non si può far altro che viverla in ogni momento della propria vita. Non si può agire più diversamente.  Se seguiamo le false verità della forma o delle apparenze sociali, dimentichiamo  che esiste qualcosa che trascende la materia, tralasciando le nostre  vere origini Divine.  Diamo spazio a obbiettivi effimeri e illusori che, una volta raggiunti , generano sofferenza e ci rendono dipendenti.  In questo modo, schiuderemo la Porta che conduce  alla Verità. Se sappiamo guardare dentro noi stessi, l’intuito ci può guidare, smettendo di considerarci vittime.  Noi abbiamo responsabilità grandi nella nostra esistenza  con il potere decidere cosa è giusto fare.  E’ però necessario che queste Verità interiori si manifestino all’esterno di noi con discernimento, con scelte consapevoli, che ci connettano con l’infinita emanazione di luce,  sempre disponibile per tutti.   Solo così l’interiorità diventa esteriorità  e il vivere diventa “essere”,  perchè fondere il cosmico con il terreno vuol dire elevare la natura inferiore a quella superiore.  Quando è la Verità a  prevalere è Dio che si manifesta in noi, quando è solo la parte terrena è la negatività che ha la meglio e non conquisteremo niente.  Il limite umano lo crea l’uomo ignaro della Verità, che la nega perchè incapace di vederla.    Se sapremo percorrere la via con impegno e verità, arriveremo all’attivazione del nostro Dio interiore e navigheremo in acque sicure.   Quando questo avviene, comprendiamo che le religioni non potranno più farci da tramite, perchè è la stessa forza che le ha ispirate, che agisce ora in noi.   Percepiremo la Saggezza Divina  manifesta ovunque e sapremo scorgere la realtà quotidiana con occhi diversi.”

tratto da: “La dimensione della gioia” A. Bona, ed. Melchisedeck

I Vorrei di NovArmonia

L’associazione Novarmonia, come dichiara apertamente nel suo statuto,  intende occuparsi di ricerca del  benessere psicofisico delle persone.  Lo vuole fare principalmente partendo dalla pratica di tecniche naturali che lavorano  sulla riarmonizzazione.  Chi apre per la prima volta questo sito e inizia a leggere i vari articoli che qui inserisco come socio fondatore e ideatore di NovArmonia, potrebbe rimanere disorientato rischiando sulle prime  di non capire la logica che lo sottende.La strada che qui propongo è molto concreta.  Cerco, attingendo alla Sapienza del mondo, quella del passato e a quella più recente,  di mostrare come possa esistere un nuovo modo di intendere la vita e comprendere l’esistenza.  Compito arduo?  Perché aver fiducia nei  Fiori di Bach o nella tecnica del Bowen? Perché fare lo studio della propria casa attraverso il FengShui?   Non si tratta di suggestione.  Gli studiosi  da alcuni anni stanno ampliando il loro sguardo e sono arrivati a giustificare  con le loro ricerche gli effetti benefici di tecniche che molto spesso dalla scienza ufficiale sono denigrate.  E’ tempo che queste nuove tecniche e terapie arrivino a tutte le persone che sentono il bisogno di crescere e di esser aiutate nel loro sviluppo. Tra i miei Vorrei più sentiti metto:  Vorrei aiutare i ragazzi nel loro sviluppo, venire incontro ai loro timori e alle loro incertezze.  Vorrei che Novarmonia diventasse un luogo dove loro sanno di poter trovare qualcuno che li ascolta e li comprende, dopo i loro genitori e i loro insegnanti.  Vorrei che loro potessero sapere che attraverso i Fiori di Bach molte delle loro legittime paure possono esser ascoltate, i dubbi aiutati. Non è per spianare la strada, ma molte volte chiediamo ai nostri figli cose che loro non sono ancora pronti a dare. Non sempre abbiamo il distacco giusto per ascoltarli come individui degni di grande rispetto. Spesso diamo per scontato che siano simili a noi, il nostro latte li ha alimentati, ma loro sono altro da noi, un meraviglioso Altro.

Annamaria

nell’immagine “Il mondo di Mattia” Akira Zakamoto, clicca sull’immagine per vedere più grande e lasciare un commento.http://www.zakamoto.com

Vorrei che…

Mi piace questa serie di vorrei scritti da un ragazzo delle medie, mi ricordano le ansie e i turbamenti della mia infanzia, i miei desideri, i sogni.   Con il tempo si sono trasformati e sono diventati scopo di vita, “unità con la mia origine”, ma è bello ricordare da dove sono nati.  Le ansie, gli slanci sono gli stessi.

“Vorrei che mia mamma non si arrabbiasse sempre
vorrei parlarle senza avere paura che mi sbrani.
Vorrei che mi lasciasse uscire con gli amici e che non si adirasse se torno a casa con un minuto di ritardo.
Vorrei stare di più con mio papà,
vorrei che non lavorasse sempre.
Vorrei saper studiare senza fermarmi ogni mezz’ora per fare uno spuntino,
vorrei prendere dei voti migliori e
vorrei non bloccarmi durante le interrogazioni orali.
Vorrei tornare alla Scala di Milano,
vorrei poter ballare tutto il giorno,
vorrei non vergognarmi di ballare davanti a i miei amici , portando invece fiero lo stendardo della danza.
Vorrei che la gente mi capisse meglio.
Vorrei non esser preso per quello che va bene in ginnastica, ma nelle altre materie è buono a nulla.
Vorrei saper esprimere senza vergogna quello che penso.
Vorrei rivivere i momenti più importanti della mia vita e forse
vorrei cambiare alcune decisioni.
Vorrei incontrare tutti i miei amici e tutte le persone che ho conosciuto durante il mio percorso a Milano.
Vorrei a tornare a Milano per rivivere tutte quelle emozioni che ormai non provo più.
Vorrei fare tante, tante, tantissime cose in più di quelle che faccio.
Vorrei saper scrivere bene ,
vorrei saper esprimere per iscritto tutto quello che penso  e che faccio senza scrivere cose banali o cose senza alcun senso;
vorrei andare andare bene nei temi di italiano e prendere dei voti che raggiungano il sette o l’otto.
Vorrei fare il pittore o il musicista.
Vorrei andare sulla luna, nello spazio, viaggiare nel mondo.
Vorrei esser un pilota, un calciatore, un ginnasta…
Vorrei fare tante  cose.
Forse voglio troppo, ma a volte è meglio volere tanto e sognare che volere poco e non avere un sogno da realizzare.

tema di Claudio Manga, 2D scuola media G.Pascoli, Padova

La terza chiave: la Costanza

“Il disegno Divino è offerto all’umanità perchè si evolva e progredisca verso di Lui.   Il singolo essere che fa parte di un progetto collettivo, deve cercare di capire la missione della propria vita, senza diffidare della forza interiore. Solo così non cederà alla paura, alla solitudine, al dubbio. Se l’uomo non affronta l’esistenza con con consapevolezza può solo scatenare l’inferno sulla terra  e perdersi nella realizzazione della propria disarmonia. …. Ogni vita ci dona l’opportunità di osservare la vera natura di tutto, perchè si raffini l’analisi del proprio sentire, senza scivolare sulla superficie.   Ci vuole Costanza per trascendere il vuoto di un’esistenza ricca di attaccamenti volta solo alla realizzazione esteriore. E, per vivere l’armonia naturale del nostro essere, abbiamo bisogno di ritrovare l’Unità con la nostra origine.  Siamo arrivati in questo mondo per  cambiare la nostra natura e fonderla in quella spirituale.   Ed essendo attratti dal negativo, col tempo l’abbiamo identificato fuori di noi, con nomi diversi: il male, il lato oscuro, le tenebre, l’ignoranza ecc.   Ma è dentro di noi che dobbiamo osservare questa peculiarità, nella nostra mente che ci inganna.  Abbiamo percezione della polarità di ogni manifestazione, siamo immersi nell’illusione della dualità.   In realtà non esiste il male, dicono gli Angeli, così come non esiste il bene.  Esiste solo l’UNO.   Solo quando entriamo in contatto con la nostra anima, attingiamo all’infinita saggezza eterna.  Noi siamo molto di più di ciò che appariamo.   La Costanza nell’essere centrati nella nostra vera essenza, ci permette di mantenere chiaro dentro di noi il Progetto Divino e ci fa procedere con perseveranza  verso la meta finale.”

tratto da: “La dimensione della Gioia” A. Bona, ed. Melchisedek