Dello stesso autore

La mano di DIO

 

Possano le strade farsi incontro a te

Possa il vento essere alle tue spalle

 Possa il sole splendere caldo sul tuo viso

 Possa la pioggia cadere leggera sui tuoi campi

 E, fino a quando non ci rincontreremo,

 possa Dio tenerti nel palmo della Sua mano.

Altare di Ratchis “Cristo in Maestà”

 

Altare di Ratchis

L’altare del duca Rachis è una delle più importanti opere scultoree della rinascenza liutprandea ed è conservato nel Museo Cristiano di Cividale del Friuli. È datato tra il 737 e il 744, periodo in cui Rachis era duca del Friuli. Le dimensioni complessive sono 1,45 x 0,90 x 0,88 m.Composto da un unico blocco di pietra d’Istria, è scolpito sulle quattro facce laterali con vari soggetti religiosi: la Visita di Maria Vergine alla cugina Elisabetta (detta anche semplicemente Visitazione), il Cristo in Maestà (entro una mandorla sorretta da quattro angeli), l’Adorazione dei Magi. Sono presenti anche tracce di pigmento.

Sii generoso…

“Sii generoso come l’albero del sandalo che profuma la scure che lo recide”

Profumo di Sandalo

Sandalo (Santalum album)

Il Sandalo e usato come incenso e come aiuto per la meditazione da migliaia di anni, e il suo uso ha avuto origine in India, dove gli alberi crescono spontaneamente. il suo pregio particolare consiste nel fatto che riesce a calmare il lavorio mentale che spesso distrae chi medita. Placando la parte razionale della mente, le consente di entrare negli stadi più profondi di meditazione. Questo e consigliabile quando ci si prepara a sostenere una seduta di guarigione, e nell’auto-guarigione. L’aroma e profondo e molto persistente e l’olio e di consistenza viscosa e pesante. Queste proprietà suggeriscono un’affinità col Chakra della Base che, in effetti, esiste, ma quest’olio lavora anche sul Chakra della Corona. Il Sandalo si armonizza con i chakra del Cuore e della Gola, e le proprietà afrodisiache dell’olio, che sono molto pronunciate, favoriscono l’attività del Chakra del Sacro. Il Sandalo armonizza con le energie chakra a livelli differenti, perché si tratta di un olio molto complesso, con molte azioni differenti a livello spirituale. Una delle sue virtù principali risiede nel fatto che collega i Chakra della Base e della Corona.

Io non sono…

Che cosa farò, musulmani?
Non mi riconosco più…..
Io non sono né cristiano né ebreo,
né magio né musulmano.
Io non sono dell’Est né dell’Ovest,
né della terra né del mare.
Io non provengo dalla miniera della natura
né dalle stelle orbitanti.
Io non sono della terra o dell’acqua,
del vento o del fuoco.
Io non sono dell’empireo
né della polvere su questo tappeto.
Io non sono del profondo né dell’oltre.
io non sono dell’India o della Cina,
di Bulghar o di Saqsin.
Io non sono del regno dell’Iraq
né della terra del Khorasan.
Io non sono di questo mondo né dell’altro,
non del cielo né del purgatorio.
Il mio luogo è il senza luogo,
la mia traccia è la non traccia.
Non è il corpo e non è l’anima,
perché appartengo all’anima del mio amore.
Ho riposto la dualità
e visto i due mondi come uno.
Uno io cerco, Uno conosco.
Uno io vedo, Uno chiamo.
Egli è il primo, egli è l’ultimo.
Egli è l’esterno, egli è l’interno.
Non conosco che Hu, nient’altro che lui.
Ebbro della coppa d’amore,
i due mondi mi scivolano dalle mani.
Non mi occupo di nient’altro
che divertimenti e bere forte.
Se una volta nella vita ho trascorso un instante senza te,
mi pento della mia vita vita da quel momento in poi.
Se una volta in questo mondo
otterrò un istante con te,
mi metterò i due mondi sotto i piedi
e danzerò eternamente di gioia.
Oh Shams di Tabriz, sono così ebbro in
questo mondo
che salvo la baldoria e l’ebbrezza
non ho storie da raccontare.

Rumi

Vicinanza

Com’è vicina l’anima tua alla mia,
qualsiasi cosa pensi io la so!
Ma ho segni che ti fanno ancor più vicino
avvicinati ancora e guarda il mio segno segreto!
Vieni dunque come derviscio fra noi,
non scherzare, non dire:”io son già fra voi!”.
Al centro della tua casa io sono come colonna
dal tetto tuo curvo chino giù il capo, come grondaia.
Io son sempre con te nel tumulto del Di del giudizio
non ospite sono, come s’usa fra gli amici del mondo.
Entro io tuo banchetto io giro attorno come calice pieno
e nelle tue battaglie corro avanti come lancia,
e se preferisco morire rapido come il lampo
come il lampo della tua bellezza, sono senza lingua.
Sebbene ebbro come sono, non fa per me differenza 
se dò vita a un morto , se prendo la vita a un vivo.
Se dono la vita per me è grande guadagno,
ché per ogni vita tu doni cento universi!
In questa casa ci sono migliaia e migliaia di morti
e tu assiso fra loro dici:”Ecco il mio regno!”
Un pugno di polvere dice: “io ero treccia!”
un altro pugno di polvere dice “io ero ossa!”
E tu t’arresti stupito, quand’ecco, arriva l’Amore
che dice:”Avanza dunque, io sono il Vivente, l’Eterno!
Stringi al tuo seno il mio petto di gelsomino
che, in questo stesso istante, ti libererò da te stesso!”
taci o Cosroe, e non far parola della dolce Shirin
che di dolcezza tutta mi brucia la bocca.

Rumi

ASTAGHFIR ULLAH (PERDONAMI O SIGNORE)

ASTAGHFIR ULLAH (PERDONAMI O SIGNORE):
PER OGNI DISATTENZIONE
PER IL SORRISO E L’ASCOLTO NEGATO
ASTAGHFIR ULLAH
“per non aver spiccato il volo dell’angelo
tirato verso la stalla dall’asino”*
ASTAGHFIR ULLAH
per ogni pensiero e parola nobile non espressa
per ogni silenzio infranto
per ogni cosa di piu’ e per ogni cosa di meno.
ASTAGHFIR ULLAH
per ogni goccia di nettare non goduta
per ogni amarezza non accettata
per ogni illusione di passi fatti senza TE
per aver chiuso gli occhi quando la Luce avanzava
per ogni dimenticanza della Tua presenza
 ASTAGHFIR ULLAH
ogni volta che il battito del cuore
non proclama la Tua Unita’ nel Me
stringendosi per Te
espandendosi per Te.

(N.NURUDDIN 1420)

*cit. J.RUMI

Dervisci

La città santa di Konya, in Turchia, è teatro di un rito che affonda le sue radici nel mistero: il sama estatico dei dervisci mevlevi, la confraternita sufi fondata da Gialal-ud-Din Rumi(Maulana Rumi) nel XIII secolo.  Mentre il flauto e i tamburi cominciano a suonare, essi depongono la sopravveste nera, simbolo del basso, oscuro mondo in cui l’anima è prigioniera e, candidi  come aironi migranti verso una patria lontana, cominciano a ruotare senza posa sul perno di un piede. La mano destra, aperta verso il cielo, è la coppa del cuore che accoglie la grazia divina. La sinistra, aperta verso terra, è la sorgente di vita che comunica il divino influsso al mondo corruttibile di noi poveri mortali.  L’alto copricapo a cilindro, nero o marrone, è la pietra tombale che l’Iniziato pone sulle sue passioni terrene.Il cerchio dell’ampia gonna che, roteando, si schiude come una corolla, è la sfera del cosmo che si avvolge all’infinito intorno al centro dell’universo. Lo scopo della danza (dhikr) è generare uno stato di estasi rituale e accelerare il contatto tra la mente del Sufi e la Mente Cosmica di cui egli si considera parte.   L’aspetto musicale ed estatico del sufismo si chiama samà. Il Sufi durante il suo rapimento spirituale, rivolge l’attenzione del suo cuore al Beneamato attraverso movimenti particolari, spesso con una musica speciale e ritmica ripetendo lo zekr. In questo stato di ebbrezza spirituale, il sufi è paragonabile all’innamorato per eccellenza che non ha niente altro nella sua mente fuorché Dio. Con tutte le sue facoltà è attento al Beneamato ed è totalmente distratto per tutto il resto e dimentico di sé. Non tutti i discepoli sono autorizzati ad impegnarsi nel Samà. Soltanto la guida spirituale decide dell’opportunità di tale pratica. Può perciò prescrivere il Samà come un vero e proprio rimedio o talvolta proibirlo.  Per quanto si richiamino direttamente a Maometto, le confraternite dei dervisci si svilupparono in epoche successive: al 1165 risale la fondazione della scuola dei “dervisci urlanti” così detta per le invocazioni rivolte a Dio in stato di esaltazione; al XIII secolo quello dei “dervisci rotanti”, fondato dal poeta mistico persiano Rumi, i cui membri cercano l’estasi mistica disponendosi in cerchio e ruotando freneticamente su se stessi.

Minareti del Santo nella luce del mattino

The F Word: Famine is the Real Obscenity (International)

La mano di Fatima

La mano di Fatima o Khamsa (per estensione la cifra 5, khamsa) é una sorta di muro invisibile tra chi osserva e chi é osservato. E’ il simbolo della Provvidenza per i musulmani ed é in sintesi la legge del Profeta Maometto (5sono i pilastri dell’Islam). In effeti contiene i cinque dogmi che corrispondono alle 5 dita. A loro volta le 5 dita formano 14 falange, 28 per le due mani, sulle quali sono ripartite le 28 lettere dell’alfabeto. Le 14 poste sulla mano destra sono dette “luminose” e sono rivolte a Sud, e le 14 oscure sulla mano sinistra volgono al Nord. Nello stesso modo che le dita sono sottomesse all’unità della mano che le serve da base, i cinque precetti fondamentali sono legati alla Khamsa prendendo la loro forza nell’unità di Dio. Detentrice del potere, la mano di Fatima resta per i musulmani una protezione infallibile contro il malocchio. Secondo l’idea che un oscura legge della natura é messa in atto, nell’ordine delle cose, per riequilibrare certi fenomeni positivi della natura stessa, come la  bellezza, salute, fortuna ecc.., cosi’ é permesso un genere di correzioni negative che si concretizzano con l’intervento di una persona malvagia che con un gesto, una parola o più precisamente uno sguardo geloso puo’ avere una azionenegativa sul nostro stato di benessere psico-fisico. A questo punto interviene la mano di Fatima che, secondo le credenze popolari, ferma letteralmente  gli influssi negativi. Simbologia della mano destra levata, di fronte,  che trasmette la potenza, la protezione, l’offerta o la benedizione. Simbolo antico é una delle rappresentazioni mitologiche più conosciute nel mondo arabo che gioca ancora oggi un ruolo di protezione contro la malasorte. Gli sciiti la assimilano ai simboli dei 5 personaggi sacri del Libro: Mohammed, Ali’, Fatima, Hassen eHussein.  Esisteva, nell’antica Babilonia, una torre sormontata da una mano destra consacrata ad Anù, la torre Zida, che simboleggiava il “giro della mano destra”.  Sulle porte delle case, tatuta sulle mani, appesa come ciondolo al collo, disegnata sui muri, é un simbolo che segue quotidianamente le persone che confidano in una protezione sincera e leale della figlia del Profeta Maometto, Fatima appunto.

tratto da:http://myamazighen.wordpress.com

Minareti del Santo di Padova richiamo a Gerusalemme

Francesco come un sufi

Francesco incontra il Sultano. Due religioni lottano per la Terra Santa. Guerre e spargimenti di sangue, per la conquista di quegli spazi dove nacque Gesù e i luoghi del profeta Abramo, sacri per Islam. Francesco tenta per primo la riunificazione nel nome di un Dio che è Uno.

Racconto di Natale

Babbo Natale è sempre stato un mito e sempre lo sarà per i bambini di tutto il mondo. Quel vecchio che arriva la vigilia di Natale, con il sacco pieno di doni portando tanto amore e allegria nelle famiglie.
Sono nate molte leggende su di lui. Si dice che viva al PoloNord, in compagnia delle sue fedeli renne.
Aiutato da elfi, durante tutto l’anno confeziona regali per tutti i bambini, che distribuisce nella notte tra il 24 e 25 dicembre.
L’inesistenza di questo mitico personaggio l’ho appresa all’ età di otto anni.
Scoprii che mia madre aveva nascosto in cantina i regali, che  avrebbe  messo per me sotto l’albero il giorno successivo. Fu una grande delusione.
Corsi in casa e scoppiai a piangere.
In cuor mio, da un pò di tempo, avevo dubitato dell’ esistenza di Babbo Natale. Tutte le esperienze che ricordavo dagli anni passati mi facevano venire in mente quei bei momenti e sensazioni che avevo vissuto.
Scoprirlo in quel modo non fu uno dei migliori, ma ricorderò sempre l’agitazione e l’emozione della mattina di Natale nello svegliarsi, correre in salotto e vedere l’albero di Natale circondato da meravigliosi pacchi regalo.
Anche se adesso il mito è svanito, mi piace pensare che Babbo Natale durante la notte del 24 dicembre arrivi in ognuno dei nostri cuori a consegnare un pizzico d’amore e di magia che caratterizzano il Natale.

racconto di Ada Portosa

Diddy – Dirty Money – Coming Home ft. Skylar Grey

Cinque pilastri dell’Islam

Non so se è  per una sorta di sincretismo, (vocabolo che deriva dal greco συγκρητισμός (synkrētismós), con il significato di “coalizione cretese”. Il termine compare per la prima volta nel “De fraterno amore”, 19 di Plutarco, che cita l’esempio dei Cretesi che hanno messo da parte le differenze per coalizzarsi in vista dei pericoli esterni)  che mi sento portata naturalmente a riunire piuttosto che dividere. Domani è la vigilia di Natale. Nasce il bambino di luce della religione cristiano cattolica. Sento forte in me l’esigenza di  attingere e impare ciò che c’è di santo anche nelle altre religioni.  Il modo di amare Dio mi commuove sempre profondamente e mi riempie la vita. Imparo oggi che la religione dell’Islam consiste nella fede (al-iman) e nella pratica (al-din). I cinque pilastri dell’Islam (Arkàn al-Islàm) è l’espressione usata per indicare i cinque obblighi fondamentali di ogni musulmano, uomo o donna, in base alla legge religiosa (Shari’a) che il musulmano devoto è tenuto a osservare, ritenendoli atti essenziali per compiacere Dio (Allah) che li ha ordinati.
Tali obblighi sono:

  1. La testimonianza di fede (الشهادة Shahada)
  2. Le preghiere rituali (الصلاة Salāt o, in lingua persianaNamāz)
  3. Il digiuno durante il mese di Ramadan (الصوم Sawm o Siyam)
  4. L’elemosina canonica (الزكاة Zakat)
  5. Il pellegrinaggio a La Mecca (الحج Hajj)
Che grande via.

Magnificat

In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre»

tratto da: VANGELO (Lc 1,46-55)