Libri di Novarmonia

La quinta camera

“Vi sono migliaia e migliaia di cellule celebrali, ciascuna indipendente dall’altra, che cercano di collegarsi con l’epifisi e perciò con la mente. Grazie alla mente, ci è chiarita la comprensione delle cellule in questione. Come risultato abbiamo la conoscenza e la realizzazione, perché laddove il collegamento fra le cellule e l’epifisi è normale, lo stato animico o psichico nella prima camera anteriore del cuore diviene più potente, fino a che la mente fa il collegamento per mezzo dei nervi simpatici. E quando le cellule si collegano e si espandono sempre più, la parte spirituale del nostro essere cresce. Tutto questo tessuto di cellule diviene gra dualmente meno materiale, più intelligente, più etereo. Non solo sentiamo come esseri umani, ma percepiamo ciò che ci circonda, sentiamo le leggi della natura. Sentiamo le possibilità di questa natura nella terra, nell’acqua, nell’aria, nel fuoco. E di conseguenza la realizzazione e la coscienza della vita si sviluppano. Lo spirituale cresce, e come risultato noi acquisiamo il controllo su quella scintilla divina che illumina e anima il nostro essere. Questo avviene nella terza camera. Infine raggiungiamo quella cella senza aria nella quinta camera, o Zurvan Akarana (tempo infinito), lo stato di perennità o mancanza d’aria in cui diventiamo consapevoli dell’intelligenza che costituisce l’individualità, l’ego, l’atomo divino dell’essere, in cui ci sentiamo sempre più consapevoli di noi stessi.”

tratto da Ever-creative Thought, dottor Hanish London 1933 trovato citato in “L’insegnamento di G.I.Gurdjieff e le sue origini.”, Alessandro Boella, edizioni Tlon 2019