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Dea Genetrix

“Il diritto paterno al ruolo educativo si affermò all’incirca diecimila anni fa, in corrispondenza con un grande cambiamento della struttura sociale, quando l’uomo, sino ad allora cacciatore o semplice raccoglitore dei prodotti della terra, scopre l’agricoltura.  Il primo effetto fu la transizione dal nomadismo alla stabilitas loci , alla stanzialità, che prevedeva l’insediamento permanente  in una casa per la famiglia e in un villaggio per la comunità. L’uomo viveva non più di ciò che la terra dava spontaneamente, ma di quanto lui stesso coltivava. E’ in questo contesto che emerge la figura dell‘homo genitor, cioè colui che, con un gesto erotico, la copulazione, produce nella donna un effetto, la nascita, a nove mesi di distanza, di un figlio. Prima di allora, la filiazione era un fenomeno esclusivamente femminile, che prevedeva semmai l’intervento di uno spirito che rendeva fertile, dunque gravida, una donna.  ….Ma con l’osservazione che possiamo definire scientifica, certamente favorita dal nuovo contesto agricolo e in particolare da una nuova familiarità con il comportamento degli animali addomesticati e con i loro sistemi di riproduzione, emerge il ruolo dell’uomo come sostituto degli spiriti. E’ naturalmente di grande interesse rilevare come tutto quanto era stato attribuito agli dei venne poi assegnato agli uomini. Prima di questa grande scoperta, che alcuni antropologi attribuiscono alla popolazione dei natufiani, dominava la religione della Dea Madre, la Dea genetrix, portatrice di un sommo potere: senza di lei la società non poteva nemmeno configurarsi. Per un lunghissimo tratto di storia la donna, responsabile della nascita e della crescita dei figli, era stata il vero dominus della società, anche laddove la caccia era attività specifica del maschio e contribuiva a risolvere l’esigenza primaria dell’alimentazione. Una religione della madre ha quindi dominato per molto tempo, ed è soltanto, lo ripeto, con l’invenzione dell’agricoltura che l’uomo assume il  ruolo dello spirito fecondatore, per cui egli stesso assurge a divinità, favorendo la nascita della religione del padre e del Dio-Padre, in cui ancora ci troviamo. Presso i Sumeri (che si stabiliscono in Mesopotamia nel 4000 a.c. ) la Dea Madre esiste, e si unisce il primo giorno di primavera con il dio Toro. Nell’antico Egitto, Horus diventa il sommo dio, ma tuttavia permette la presenza di donne nel pantheon egizio, sia pure in dimensione e ruoli minori. Con la religione ebraica, che si innesta su quella egiziana, le divinità femminili scompaiono. Jahvè è il dio solitario, iroso, che impone persino le regole dell’educazione: le Tavole della legge. E’ impressionante seguire il decadimento della figura femminile all’interno del mondo ebraico: la donna viene colpevolizzata per tutti mali del mondo, a  cominciare dal peccato originale, un errore solo suo, che ricade sulla prima coppia provocandone la cacciata dall’Eden. E’ da quel momento che tutti nascono peccatori.”

tratto da:” L’educazione (Im)possibile. Orientarsi in una società senza padri”, Vittorino Andreoli. Saggi Rizzoli. gennaio 2014

Giovanni di Paolo, Creazione e Cacciata dal Paradiso terrestre

nell’immagine: Giovanni di Paolo, Creazione e Cacciata dal Paradiso terrestre