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Johann W. Goethe, Faust

Faust. Non mi fraintendere angelo mio caro! Chi lo può nominare? E chi confessare: io credo in lui? Chi, se appena sente, può osar di dire: in lui non credo? Chi tutto abbraccia, chi tutto sostiene, non abbraccia e sostiene te, me e se stesso? Forse che in alto non si incurva il cielo? E sotto i nostri piedi non sta salda la terra? E che le stelle eterne sorgendo non ci brillano incontro d’amorosa luce? Non guarda forse il mio occhio nel tuo e non s’affolla ogni cosa al tuo capo e al tuo cuore, operando visibile ed invisibile in eterno mistero attorno a te? Di questo riempi il tuo cuore, per quanto grande è; e quando in codesto sentire tu ti trovi veramente beata, chiamalo pure allora come tu vuoi; chiamalo felicità, cuore, amore, Dio; per codesto io non ho nome alcuno. Sentimento è tutto. Il nome è soltanto suono e fumo, che offusca lo splendore del cielo.

Tratto da: Johann Wolfgang Goethe; “Faust”, Il Dramma di Margherita, Scena X; 1831

Immagine di Ulisse Sartini