Simboli

Il Lapis

“…Nel 1950 eressi una specie di monumento in pietra per esprimere ciò che la Torre significava per me. Il racconto di come venni in possesso di questa pietra è singolare.  Avevo bisogno di pietre per poter costruire il muro di cinta del cosiddetto giardino, e le avevo ordinate alla cava vicino a Bollingen. Ero accanto al muratore quando dava tutte le misure al padrone della cava., che le annotava nel suo taccuino. Quando arrivarono le pietre, portate con un barcone, e furono scaricate, risultò che la pietra angolare nonostante tutto aveva delle misure sbagliate, e che invece di essere triangolare era un blocco a forma di cubo, di dimensioni assai più grandi di quelle che avevo ordinato, con un lato di cinquanta centimetri.  Il muratore era furibondo e voleva che gli uomini della chiatta la riportassero subito indietro.   Ma quando vidi quel blocco di pietra dissi: “No questa pietra è mia! Devo averla!”  Avevo visto subito che era ciò che ci voleva per me.  Volevo farne qualche cosa, ma non sapevo ancora bene quale cosa.  Mi venne in mente, anzitutto, un verso latino dell’Alchimista Arnaldo da Villanova (morto nel 1313). Lo scolpii nella pietra.  Tradotto suona così:

Qui sta la comune pietra
Il cui prezzo è assai modesto.
Quanto più è disprezzata dagli stolti,
Tanto più è amata dai saggi!

Questi versi si riferiscono alla ala pietra degli alchimisti, il lapis, che gli ignoranti disprezzano e rifiutano.”

tratto da: “Ricordi, sogni, riflessioni”, Carl Gustav Jung, BUR Rizzoli